Gigione e Jo Donatello – Grazie Padre Pio – Il film (4 di 4)

  • Si conclude l’epopea teologico-politica di Gigione e Jo Donatello. La Profita è andata via a combattere “con quella gente che soffre per la libertà”, Gigione è sulla via di San Giovanni Rotondo, Donatello ha rimpianto il suo grande amore perduto. La puntata inizia con il ritorno di Donatello al nido familiare, e prosegue con Gigione che canta sul pullman Padre Pio, ignaro di aver già ricevuto il miracolo. C’è quindi da chiedersi se il ritorno di Donatello sia una grazia elargita in anticipo dal santo di Pietrelcina, oppure se il regista Amedeo Gianfrotta adotti una prospettiva laica, negando le capacità salvifiche di Padre Pio. Un’ulteriore ambiguità è rappresentata dalla frase del misterioso mendicante: “Le grazie si ottengono con la fede, non con i soldi”. Un punto di vista protestante e anticattolico, che offre lo spunto per rileggere Grazie Padre Pio come coltissimo rifacimento del Tannhäuser wagneriano: Donatello è infatti sfuggito dalle lusinghe del Venusburg per ottenere la redenzione mediante la Fede. Il finale vede Donatello e Gigione cantare insieme un inno autobiografico, nel quale il primogenito gigioniano sostiene di aver preferito la carriera di cantante a quella di dottore o di avvocato grazie all’incoraggiamento paterno.

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Commenti

  • Immutator Mirabilis il 10-11-2007 alle 10:20

    Quando Donatello afferma con vibrante pathos "Mamma' chella gente non era poi tanto brutta" compie una mirata azione di marketing: scissionisti, camorristi uniti, biscazzieri, magnaccia, papponi, grassatori e tutta la sfaccimma della gente si sentono gratificati… non siamo gente tanto brutta… e possiamo continuare a chiamare i Gigionidi ai matrimoni, battesi,i cresime e comunioni dei nostri rampolli! Amen!

  • Cicciobomobocannonni il 10-11-2007 alle 11:55

    Ma non potrebbe darsi che in realtà quella gente "non tanto brutta" abbia cacciato Donatello essendosi accorti che è un pirlone fatto e finito? La figura della Profita pasionaria rende la storia ancora piu commovente! Come odiare una donna spinta da ideali di giustizia cosi accesi? Tra gli altri messaggi del film ne emerge uno: che la fede rallegra. Par nu pullmann pe na scampagnata! Ma Gigione non era affranto e disperato? Ecco la potenza della fede, lo stato di serafica grazia a cui induce un pellegrinaggio. Il metaforico viaggio "APPATREPPIO" non è altro che purificazione, una catarsi(savolta per interposta perosna) Gigione Donatello offrono una meravigliosa interpretazione di questo continuo contrasto tra fede e materialismo che dasempre anima la vita terrena.P.S. Ma vogliamo davvero mandare la Profita a combattere con chi soffre?

  • Giocchino Munnezz il 10-11-2007 alle 12:28

    Un film dai forti effetti corporei, splendida la scenografia, segnalo però un errore logistico che mai mi sarei aspettato da un regista di primo piano come Gianfrotta e da due artisti del calibro di Gigione e Jo Donatello: come si fa a cantare stiamo andando sul Gargano a San Giovanni Rotondo quando poi il bus è diretto a Pietralcina, che ha dato i luoghi natali al santo? Ma e' solo una piccola macchia di questo capolavoro leggendario…

  • scustumato il 10-11-2007 alle 14:22

    Che dire…grazie per aver reso accessibile a noi adepti la visione di una pellicola sacra come grazie padre pio dopo anni di affannosa ricerca. E' come menare il Sacro Graal in faccia ad uno che mò non mi viene il nome ma che pure c'ascess a scemunì per sto fatto. Per devozione, ti chiedo la possibilità di inserire il link di questo blog meraviglioso tra i siti amici del mio.

  • Carms il 10-11-2007 alle 14:36

    Ringrazio Kuros per la pubblicazione di quest'opera immensa capace di dare la pista alla trilogia e al decalogo di Kieslowski. Farei notare la particolarità e la satira mordente del verso della canzone che cita "La casa del sollievo E della sofferenza"

  • Immutator Mirabilis il 10-11-2007 alle 14:56

    @Cicciobombocannoniere: l'importante è non catarsi addosso

  • Cicciobomobocannonni il 10-11-2007 alle 16:09

    Senza dubbio Immutator, senza dubbio.

  • Immutator Mirabilis il 10-11-2007 alle 15:01

    Ragazzi, mi sembra che si stia travisando il ruolo della Profita che va adeguatamente chiarito. Non vi è dubbio che “quella gente che soffre per la libertà” sono i carcerati affiliati alla cosca. Ritorna qui un topos della cultura napoletana degli ultimi seicento anni secoli secondo cui l’imprigionato, il ristretto delle libertà personali sia un martire, ingiustamente detenuto che combatte e soffre per ristabilire la verità. E’ per questo che a Napoli ormai lo sport cittadino è linciare le forse dell’ordine che pretendono di arrestare “scippatori, mariuoli e sfaccimma della gente che combatte per la libertà, come direbbe quella cessa della Profita. La Profita, dunque, ci mette solo lo strumento (la figa) affinché l’organizzazione criminale diretta dal cerebroleso Don Franco possa affiliare alla cosca Donatello e ricavare più danaro per il sostegno dei detenuti che soffrono e combattono per la libertà. Donatello poi non è quel calippo al limone che vuole apparire: egli è ben conscio di quello che fa e del perché lo fa, anzi in lui scatta il senso di appartenenza quando – pur tornando da Mamma’ al focolare domestico – tiene a precisare che “chella gente non era poi tanto brutta”. Quindi la cosca è bella, il clan è bello, le attività illecite sono buone, il pizzo è un tributo dovuto. Nella logica Donatelliana i cattivi sono quelli che non comprendono quando è buono Don Franco: tratta la sua stessa mamma con freddezza perché non capisce la bontà di Don Franco, omo positivo. Signori: questo W Padre Pio è l’elogio della camorra. L’Inno alla Mafia. Il peana della sfaccimma della gente.

  • Michele Olivo rulez il 10-11-2007 alle 17:13

    Secondo me Grazie Padre Pio è solo un musicarelo,ne + ne-.Non penso che Gianfrotta o Giggione si possano imbarcare in un film che cela allegorie alla Poussin.Semplicemente c'era una canzoncina e hanno costruito sopra un mediometraggio

  • Meemmow il 10-11-2007 alle 17:45

    Le carrellate e gli zoom del finale in musica mi hanno ricordato non poco quelle di Sam Raimi nella trilogia di Evil Dead, per non parlare della strepitosa performance di Gigione sul pullman assieme ai fedeli che cantano fuori sincrono su base preregistrata.Tirando le somme, a me "Grazie Padre Pio" è piaciuto, nonostante l'attenzione generale si basi più sui due protagonisti che sulla Profita, ma porto comunque pazienza e punto moltissimo sul mago Giacomini.Un caloroso saluto e un buon fine settimana a Kuros e a tutti gli amici e visitatori di Trashopolis 🙂

  • Gennaro $8 il 10-11-2007 alle 18:17

    Grazie kuros questo video mi fa sentire migliore infondo i brutti fanno perte dei piani provvidenziali. io volevo quest'oggi farmi una navigatina sullo strip club ' e però debbo farmi la comunione alle sei di stasera perciò ci andrò solo domani. grazie di nuovo un bacio a Gigione e a Donatello e che PP vegli su tutto il trash.

  • Verde natura il 11-11-2007 alle 04:27

    Non si dice" bello" o "brutto" ma "luce " e " tenebra" .Per me il senso della vita è da ricercarsi in due principi.

  • bea il 11-11-2007 alle 16:35

    Dentro al blog di Pulsatilla/ho lasciato una postilla,/le dicevo che hai ragione:/sulla rima sei il campione./Tu sei stato un gran signore/ché palese era al tuo cuore/ che vittoria avevi in pugno/e non le hai spaccato il grugno/Era lei quella in difetto,/ti saluto con rispetto.

  • Cicciobomobocannonni il 11-11-2007 alle 17:44

    L'elemento teologico riccore nellopera GigioDonatellesca. Pensiamo a titoli come: Caro Papa, Santa Rita, Madonna di Pompei. Tuttavia il reprtorio dei due è spesso costituirto di canzoni allusive pensiamo a Te piac eo gelatino, di Donatello. Oppure al sesso godereccio e agreste della Campagnola. O ancora alla chiara "Voglio fa bumbù" sottotiotolo( "nu poc e zuguzù ngopp a nu seggiolin" Giuro che la canzone fa davvero cosi) Forse i pensierei peccaminosi inducono due ad una voglia di purificazione. Come pure la durezza della malaviata con "t anna fatt o mercedès" altro elemento che conDuce alla voglia di purezza. Gigione e figli sono sue anime inquiete alla ricerca di una purezza assoluta ma al tempo stesso da uomini terreni sensibili al fascino del peccato. Secondo me andrebbero studiati in filosofia.

  • Immutator Mirabilis il 11-11-2007 alle 18:09

    @Cicciobombocannoniere: si, al De Bottis, insegnante Rafele il Chianchiere. E salutami il sindaco di Vuosco!

  • Cicciobomobocannonni il 11-11-2007 alle 21:19

    Il sindaco ricambia!

  • foreman1978 il 06-12-2007 alle 20:14

    Geniale. Lui voleva fare il dottore e il padre lo ha costretto a fare il cantante.

  • Mago il 19-12-2007 alle 17:02

    Anche da Roma la commozione vola fino alla casa del santo anche se una revolverata a chiudere il discorso non sarebbe stata sprecata. Ho formato un gruppo d'ascolto il venerdì per seguire Piazzetta Merola, a quando un blog monotematico?sentito ringrazio.

  • DArt il 18-07-2008 alle 19:13

    Oltre ad essere un capolavoro d'alta filmografia partenopea, la scena nel pullman dove ci imbattiamo in un Gigione che mentre batte le mani si diletta nel caratteristico ballo del pollo ruspante, riconoscibile dai movimenti del collo, decreta un nuovo tormentone.

  • Ajax il 31-07-2008 alle 15:28

    forse sarò un rattusone come Kuros ma la moglie di giggione non mi pare tanto malaccio…