Lezioni di italiano con Mario Merola

  • La tua vita per mio figlio (1980) è il film più raro della coppia Mario Merola Alfonso Brescia. Inedito in DVD e in VHS, invisibile sulle TV private, questo oscuro capolavoro si contraddistingue per l’inusuale ambientazione milanese e per un sorprendente Antonio Sabato, che per una volta veste i panni del buono dopo mille parti da fetente. E’ spiazzante persino il personaggio interpretato da Merola, commerciante di successo all’ombra della Madonnina anziché immigrato piagnone. Ma la scena più incredibile è quella in cui il re della sceneggiata sgrida il figlioletto che si è permesso di adoperare il termine “pirla“. Nulla di strano se all’uomo-simbolo della napoletanità girino i coglioni vedendo il frutto dei suoi lombi esprimersi come un piccolo Calderoli. Ma perché Merola intima al bambino di parlare italiano? Abbiamo elaborato tre ipotesi.
    Ipotesi 1, o della redenzione sociale. E’ la spiegazione più semplice e più deludente. Da uomo che si è fatto da sè dopo tanti sacrifici, Merola confida nel riscatto e nell’evoluzione culturale della prole. Lo testimoniano il figlio avvocato visto in Zappatore e il figlio che si ribella al racket malavitoso in Napoli, la camorra sfida, la città risponde.
    Ipotesi 2, o del compromesso. Adirato perché il ragazzino adopera un termine così polentone, Merola preferirebbe che questi si esprimesse con vocaboli italiani, che almeno sono neutri, e non con parole caratterizzate da un’irritante specificità lombarda.
    Ipotesi 3, o dello spostamento semantico. Per Merola la normalità è rappresentata dal dialetto napoletano. Poiché Merola identifica il termine “italiano” con il concetto di norma, per lui italiano e napoletano coincidono. Meglio, “italiano” significa “napoletano”.
    Il dibattito è aperto.

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Commenti

  • Cicciobombocannonier il 31-01-2008 alle 01:20

    Io vorrei sottolineare anche la battuta a sfondo sociale del nostro Mario sulla storia e la difficoltà di spiegarla! Io propendo per la terza ipotesi comunque è la piu probabile a mio avviso!

  • FRANCYxxx1980 il 31-01-2008 alle 01:27

    non conoscevo per niente questo film. Il bimbo che fa Gennarino è lo stesso che faceva lo scugnizzetto di Napoli, serenata calibro 9.Mi meraviglio come Merola pretendesse che il bimbo parlasse italiano, dato che per lui, bonanima, ok, era un vero optional!

  • rory il 31-01-2008 alle 02:10

    secondo me ragazzi è tutta una questione dell'eterna lotta nord-sud e della perdita dei valori della propria terra legata inesorabilmente agli immigranti.Se il bambino dice "pirla" dovrebbe anche dire "fess",altrimenti tradirebbe l'identità culturale paterna.Quindi il Merola suggerisce una mediazione nell'italiano,che lui stesso tra l'altro parla stentatamente,ergo è da apprezzare uno sforzo in quel senso per dare il buon esempio al figlio.ecco anche il nome dell'infante potrebbe essere oggetto di una questione.perchè gennarino e non ambrogino?

  • scustumato il 31-01-2008 alle 02:37

    Il fatto che Mario Merola intimi al figlio di esprimersi nell'idioma nazionale con le parole : "Gennarì, ti ho detto tantA volte che devi parlare italiano" mi fa propendere decisamente per la terza ipotesi. Mi ricorda la scena desolante di un signore che rimproverò il figlio all' interno di un bar, dicendo : "T'agg ritt ca è parlà italiano mmocc' a mamm't!" ed intossicandogli il cornetto che il pargolo, prima che le oscure parole paterne precipitassero la sua fanciullesca mente in uno sconfortante disorientamento, mangiava allegramente.

  • Kuros il 31-01-2008 alle 13:54

    Vediamo un po': Cicciobombo e Scustumato propendono per la terza ipotesi, Rory per la seconda. Francy si è limitata a esprimere il suo stupore.Sempre a Francy: sì, il bambino è Marco Girondino. Appare anche in diversi Merola-movie, e nel 1979 fu scelto come protagonista assoluto del "Lo Scugnizzo", sempre di Alfonso Brescia. Quest'ultimo film non solo andò una chiavica al botteghino, ma purtroppo è completamente scomparso dalla circolazione. Ne "I contrabbandieri di Santa Lucia" c'è uno straordinario esempio di meta-cinema: un passante (interpretato dallo stesso Alfonso Brescia in un memorabile cameo) vede il manifesto dello "Scugnizzo" ed esclama: "Alfonso Brescia? Ma chi cazz è chisto?". Altro che Hitchcock!

  • Comicomix il 31-01-2008 alle 15:08

    Senza Merola la vita non è più la stessa, l'Italia non è più la stessa, l'italiano non è più lo stesso.Un sorriso commossoMister X di Comicomix, a volo d'angelo

  • agenzia comunicazion il 31-01-2008 alle 15:08

    Certo il dialetto forte non rende molto comprensibile il dialogo

  • Kuros il 31-01-2008 alle 15:21

    @ ComicomixMeglio che c'imparavoamo zappatori, guagliò.@ agenzia comunicazioneTi faccio notare che nel video Merola non pronuncia una singola parola in dialetto, parla solo con un marcato accento napoletano…

  • prostata il 31-01-2008 alle 15:23

    Qui si fa cultura vera.

  • Calvino il 31-01-2008 alle 18:58

    Forse il ruolo della lingua è marginale.La questione,secondo il mio avviso,non è puramente formale ma scaturisce dai contenuti.Merola si incazza non perchè il ragazzo dica "pirla",ma piuttosto perchè egli identifichi come "pirla"CHI NON POSSIEDE UNA PISTOLA.Da integro educatore,Merola vorrebbe correggere questo ingenuo pregiudizio ,e far capire al suo discente che "pirla",o meglio "mappina",è ,semmai,COLUI CHE NON SA USARE LA PISTOLA.

  • ciccillo cantatore il 31-01-2008 alle 20:06

    Ci stava bene in questa scena un colpo che partiva per sbaglio dalla pistoletta (piccola, ma cattivissima, non so se ci avete fatto caso) della mammina e che andava a colpire gennarino-otto-bellezze in capa.In quel caso Merola si sarebbe trasformato, come Bruce Banner in Hulk, nella sua versione più esplicita e conosciuta abbracciando il pargolo freddato dall'incidente e grugnedo tra i dentri probabilmente na frase tipo "pistole 'e merda e sta femmene 'e merda" e facendo una delle sue "final moves" alla madre sbadata. Poi gennarino si sarebbe ripigliato subito dopo perchè il proiettile era stato fermato dal suo prodigioso caschetto biondo.Questa scena forse era la versione originale poi tagliata e reinserita nell'inesistente, ma interessantissima versione "Director's Cut" del filmo.Ah io cmq propendo per la ipotesi nummero 1.

  • peppe il 31-01-2008 alle 20:10

    Per me il problema centrale è l'articolo indeterminativo UN, rivolto nei confronti di un essere di sesso femminile. l'errore è grossolano ed evidente, e merola, positivamente sorpreso dalla cultura storica del maestro, non può non mostrare il suo dissenso paterno per le lacune grammaticali di Gennarino, a suo modo di vedere imputabili al sistema scolastico, oggetto della discussione familiare

  • Verde natura il 31-01-2008 alle 20:44

    O forse si tratta banalmente di una strategia narrativa.Nei film con Mario Merola questi,ogni mezz'ora,fa un cazziatone o una predica a qualcuno.

  • Chiappe allaria il 01-02-2008 alle 01:19

    O spara una bestemmia,come in "Zappatore".Chi se la scorda quella scena girata a New York,dove Mariolone risponde incazzato"O sang i chi te muort"a chi pacificamente gli domanda:"Sangria"?