Fare l’amore con un Picasso

A pelo nudo nel parco, secondo movimento. Se nella prima parte la seduzione della pelosa Antonella si svolgeva secondo le regole del sesso libero e dell’erotizzazione dell’amicizia, in questa seconda parte il racconto vira verso la pochade alto-borghese, chiamando in gioco tutti quegli orpelli che corredano il topos del tradimento (gelosia, recriminazioni, segretezza, spirito di competizione, ricatti). L’anonimo protagonista siculo-calabrese stavolta deve giustificare il proprio copuler sur l’herbe con la sua fidanzata ufficiale, dal profilo picassiano, già protagonista del capolavoro di Roy Parsifal Cara dolce mammina. Il coito che dovrebbe sancire la riconciliazione non rappresenta però il punto d’arrivo del racconto, ma il momento in cui i ruoli uomo-donna si ridefiniscono. L’ingresso in scena del guardone, non più giovane ed educato come nel primo episodio, assume quindi una valenza opposta nell’economia narrativa: il terzo incomodo non agisce stavolta da semplice invitato alla festa, ma da angelo vendicatore, da deus ex machina destinato a punire il doppiogiochismo femminile, da agente quasi metafisico di una giusta sopraffazione.

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