Zio Peppe e il gay bar – Scherzo numero 3: “Perete musicanti”

Continua la strepitosa saga delle telefonate di Zio Peppe a un noto cruising bar. Stavolta il vecchiaccio esterna le proprie inclinazioni omosessuali (che per i suoi conoscitori di vecchia data non sono affatto una sorpresa) e chiede allo scostante titolare del locale di iscriversi al club. Purtroppo il padrone del magazzino è estremamente sospettoso e cerca di liquidare rapidamente il vegliardo. Ma Zio Peppe, impeccabile artista della vaiassata, riesce come al solito a far degenerare la situazione. Entra in gioco anche un socio del titolare che avrà un ruolo importantissimo nella quarta e ultima puntata della tetralogia. Il finale si chiude con un memorabile monologo di Peppe dei Camaldoli con il telefono del locale messo fuori posto, in cui le male parole trascendono in poesia (le perete musicanti sono un qualcosa degno di Burroughs).

Dimenticavamo: qualcuno ha scritto che lo Zio Peppe “in versione Frank Matano” non funziona. Come se gli scherzi telefonici li avesse inventati Matano. Suvvia, Zio Peppe faceva scherzi telefonici da Radio Jolly dalla fine degli anni settanta, ovvero da quando la mamma di Matano era ancora vergine. Paragonare Zio Peppe a Frank Matano è come paragonare Miles Davis a Sergio Cammeriere con il pretesto che entrambi fanno jazz. A noi questo Zio Peppe degli scherzi piace da morire. E’ uno Zio Peppe che, come nella golden age radiofonica, riprende a interagire con gente comune e non solo con i soliti due intervistatori. E poi Trashopolis la facciamo noi, e la facciamo pure gratis. Se in questa fase vogliamo proporre questo Zio Peppe, è perché c’ispira come non mai. Se vi sta bene, godetevelo. Altrimenti magnatev’o cazz.

Commenti FB

commenti