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Trashopolis è una creatura di Kuros, al secolo Ciro Ascione, l’unico troll italiano le cui imprese hanno assunto un valore enciclopedico (persino Wikipedia gli dedica una voce). Oltre a uccidere Marge Simpson e a bidonare il TG5 con le false prove di maturità, l’Ascione ha pubblicato diversi libri, tra i quali La grande bottega degli orrori (Bulzoni, 1996) e Videogames (Minimum Fax, 1999). Il suo ultimo saggio, dal titolo Troll – Come ho inguaiato internet (Tea, 2006) è stato edito nella collana “Neon” diretta da Aldo Nove; il critico Filippo La Porta ha definito Ascione “erede di Barthes e di Eco”. No, davvero.
Coautrice di Trashopolis è Titti, moglie di Kuros e per questo destinata alla beatificazione istantanea, oppure alla dannazione, chi lo sa. Titti ha raccolto gran parte delle registrazioni pubblicate sul sito e ha iniettato nel consorte il virus della trash. Senza di lei questo sito non esisterebbe.
Altri collaboratori indispensabili sono Mauro Nicastro (Oviedo 77), custode dell’archivio di Zio Peppe e responsabile dei fotoritocchi di molte clip animate; Francesco Lanzano (Fran), curatore del materiale relativo a Gennaro D’Auria; il nuovo arrivato Domenico Rizzo (Memmow), autore della rubrica dedicata al trash siciliano.
La stupefacente grafica è di Francesco Laricchia, da noi fregato alla concorrenza.