Stanco delle centinaia di telefonate di insulti, Zio Peppe comunica che i numeri di telefono di Radio Jolly sono cambiati. Solo i signori potranno chiamare in trasmissione, mentre i malintenzionati saranno costretti a mangiarsi il cazzo.
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Zio Peppe e Don Pasquale del Giudice in una registrazione di Napoletanissima del 1992 discettano delle funzioni dell’apparato digerente. Il linguaggio scatologico si trasforma in arte e la presunta volgarità del vegliardo cela in realtà intenti pedagogici.
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Superclassico degli anni d’oro di Radio Jolly: Zio Peppe e Don Pasquale ricevono la telefonata del comunista Francesco, che prova a dirottare il leggero chiacchiericcio di Napoletanissima su temi d’interesse politico. A Zio Peppe girano non poco i coglioni, vuoi per le sue simpatie monarchico-mussoliniane, vuoi per il madornale errore storico commesso dall’interlocutore (i fatti di Piazzale Loreto avvennero nel 1948? suvvia!). Il resto è leggenda.
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La schedina secondo Zio Peppe Sorrentino, in un tempo tanto lontano in cui le partite si ascoltavano la domenica pomeriggio attaccati alla radiolina. Il venerabile deejay di Radio Jolly non perde l’occasione per inventare raffinati calembour linguistici (“Emilia Romagna – ‘A ro’ magna Emilia?”), rime baciate (“Brescia, cà stà ‘a mano e cà stà ‘o pesce!”) e per proclamare la sua fede monarchica dando la Reggina vincente.
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