Sporcellamenti falso-scandinavi

Con buona pace di Bergman, Strindberg, Munch e Grieg, nell’immaginario collettivo la Scandinavia è sempre stata sinonimo di maialaggine camuffata da emancipazione socio-culturale. Agli albori della pornografia di massa l’espressione “film svedese” serviva a definire una qualsiasi pellicola sporcellosa, mentre una cosa tipo Körkarlen di Victor Sjöström rientrava nella migliore delle ipotesi nella categoria “mattoni“. Questo Sexual Customs in Scandinavia (1972) è un oggetto insolito e misterioso. Trattasi infatti di simpatico pornazzo americano camuffato da film didattico scandinavo (non svedese, nè norvegese, nè danese, nè finlandese: scandinavo e basta). La Scandinavia c’entra ben poco, se non fosse per una decina di minuti di riprese iniziali in super 8 delle strade di Oslo, Stoccolma e Copenhagen. Per il resto siamo dalle parti del Wisconsin o del Tennesee, in qualche camera di motel adibita a set abusivo e nel falso studio di un sessuologo farlocco ma dal nome nordico. Imperdibile il dottore che adopera i pupazzetti per mimare le posizioni dell’amplesso e l’espressione “Sperm is not toxic, and there’s no danger in swallowing it“.

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