Zio Peppe, l’immortalità e la resurrezione della carne
Le ultime trasmissioni di Napoletanissima, andate in onda nell’estate del 1999, mostravano uno Zio Peppe pacato e riflessivo, meno pressato da telefonate irriverenti e più incline alle divagazioni filosofico-esistenziali. Lo affiancava il redivivo Don Mario, spalla storica di Don Peppe negli anni settanta-ottanta, che tornò a Radio Jolly dopo l’abbandono di Don Pasquale Del Giudice. In questa chiacchierata il venerabile deejay sfiora il tema dell’immortalità, sostenendo di non avere alcun bisogno di una nicchia (ovvero un loculo) e di aver rivenduto quella che i parenti gli avevano regalato. Il tempo gli ha dato ragione, dato che oggi Don Peppe Dei Camaldoli è ancora tra noi mentre Don Mario ha da tempo abbandonato la dimensione terrena. Segue un’interessante riflessione sul tema escatologico della resurrezione della carne e sul destino di coloro che, non ritrovando i propri resti negli ossari comuni, sono condannati alla deformità.
Nemmeno mio nipote può venire da Zio Peppe, figuriamoci se ci porto Miranda. Il giovane cantautore ebolitano ci aveva promesso un video in cui spiegava i perché del suo inno a Berlusconi, ma non ce l'ha mai spedito. Evidentemente la linea di difesa da lui studiata ("Sono comunista ma volevo fare i soldi") non funzionava.
U signur: anche la teroia della mescolanza delle ossa x la reincarnazione, m'è toccato sentire!
Mi sa che Don Peppe ci sotterra tutti: anche voi l'avevavte dato in extremis, un annetto fa: e quante scoppole vi ha assegnato ancora, finora?!?!?
🙂
Le ultime trasmissioni di Napoletanissima, andate in onda nell’estate del 1999, mostravano uno Zio Peppe pacato e riflessivo, meno pressato da telefonate irriverenti e più incline alle divagazioni filosofico-esistenziali. Lo affiancava il redivivo Don Mario, spalla storica di Don Peppe negli anni settanta-ottanta, che tornò a Radio Jolly dopo l’abbandono di Don Pasquale Del Giudice. In questa chiacchierata il venerabile deejay sfiora il tema dell’immortalità, sostenendo di non avere alcun bisogno di una nicchia (ovvero un loculo) e di aver rivenduto quella che i parenti gli avevano regalato. Il tempo gli ha dato ragione, dato che oggi Don Peppe Dei Camaldoli è ancora tra noi mentre Don Mario ha da tempo abbandonato la dimensione terrena. Segue un’interessante riflessione sul tema escatologico della resurrezione della carne e sul destino di coloro che, non ritrovando i propri resti negli ossari comuni, sono condannati alla deformità.
Commenti
Zio Peppe è eterno, non ha bisogno di nessuna nicchia m/
filosofia ziopeppica di alto livello!
ciro, ma un confronto tra zio peppe e miranda??potrebbe uscire una bella cosa….a proposito, ma miranda che morte ha fatto???
Nemmeno mio nipote può venire da Zio Peppe, figuriamoci se ci porto Miranda. Il giovane cantautore ebolitano ci aveva promesso un video in cui spiegava i perché del suo inno a Berlusconi, ma non ce l'ha mai spedito. Evidentemente la linea di difesa da lui studiata ("Sono comunista ma volevo fare i soldi") non funzionava.
si è rivelato l'uomo di immondizia che pensavamo fosse….
U signur: anche la teroia della mescolanza delle ossa x la reincarnazione, m'è toccato sentire!
Mi sa che Don Peppe ci sotterra tutti: anche voi l'avevavte dato in extremis, un annetto fa: e quante scoppole vi ha assegnato ancora, finora?!?!?
🙂
la teoria finale di Zio Peppe è qualcosa di INDESCRIVIBILE…. fantastica!
Ma zio Peppe crede nella reincarnazione?
Si… nella reincarnazione della ciuccia.
e quindi anche in quella di Maittella, ma se uscisse dal mucchio di ossa con un tibia posizionata nel posto sbagliato?