Scheletri nell’armadio juventini – Il film di Stefano Tacconi

Altro che Antonio Conte. Altro che Luciano Moggi. Il momento più imbarazzante della storia juventina è di sicuro questo Ho parato la luna (1990), celebrazione in video del portiere Stefano Tacconi, per la regia di Ornella Barreca. Ci eravamo occupati di siffatto capolavoro già in un vecchio post di Trashopolis, ma in quel caso avevamo presentato solo alcune sequenze. Stavolta vi molliamo l’intero malloppo, sperando di indebolire psicologicamente i sostenitori della Vecchia Signora in vista della finale di Supercoppa. Più che a un biopic dedicato al numero uno bianconero, siamo di fronte a uno Smultronstället bergmaniano shakerato nelle salse della Domenica Sportiva. Il leitmotiv è un viaggio di ritorno di Tacconi in treno, intervallato da numerosi flashback dell’infanzia e dell’adolescenza, da scene contemporanee di allenamenti e partite e da un ricordo delle vittime dell’Heysel. Ma le sequenze da culto assoluto sono davvero tante. Eccovi le migliori:

1:00 – Tacconi fa gli impacchi di fango in una sequenza ultragay, mentre la sua voce fuoricampo declama obbrobri poetici su terra e acqua

8:40 – Tacconi bambino e i suoi amichetti inguacchiano il bucato di una signora in riva al Tevere, finché la buzzicona irrompe con una mazza in mano

11:00 – Tacconi adolescente (interpretato da Davide Micillo, all’epoca portiere della primavera juventina) si becca un cazziatone dal preside della scuola, per aver rubato “una lepre dalla dispensa”. Una lepre dalla dispensa! Ma siamo in una scuola degli anni settanta o nella sagrestia di Don Camillo?

17:20 – Cinque coattoni inneggiano alla Juve nello scompartimento di un treno e fanno un casino infernale, ma nonostante questo una delicata signorina bionda non si sente affatto importunata.

18:30 – Una bonazza entra nello scompartimento dove viaggia Tacconi, lasciando presagire sviluppi degni di Roy Parsifal. Ma il portierone è timido e non prende l’iniziativa. Buuuu!

35:30 – La canzoncina intonata da Tacconi bambino a spasso per le campagne romane: “Frulla frulla vola in tondo / frulla frulla in giro al mondo / Rondine rondinella che il vento porterà / cadendo da una stella che cosa troverà? / Frulla frulla vola in tondo / frulla frulla in giro al mondo / Sull’albero più alto tra i boccioli già in fior / tra fango muschio e rami il tiepido calor / Frulla frulla vola in tondo / frulla frulla in giro al mondo / Una casetta bella che il sole scalderà / la notte il chiar di luna d’argento renderà / Frulla frulla frulla la luna / frulla frulla la cieca fortuna “.

Domandina finale: perché le musiche di questo indescrivibile purpo sono firmate da un gigante del rock-prog come Lino Vairetti, napoletano, leader dei prestigiosissimi Osanna nonché responsabile della magnifica colonna sonora di Milano Calibro 9? Un intervento di Vairetti nei commenti di Trashopolis sarebbe bene accetto. Maestro, batta un colpo!

EDIT: Lino Vairetti ci ha risposto sul suo profilo Facebook: “‎…..fare le musiche per questo “obbrobrio” come dici tu all’epoca per me è stato un onore…… Tacconi era ambasciatore di pace per il mondo del Centro Pace di Assisi, un film sulla vita di Tacconi autobiografico che la regista interpretò in questo modo molto introspettivo. Il film vinse anche un premio internazionale a Torino….. per quanto mi riguarda mi sono molto divertito a scrivere le musiche ….. non capita tutti i giorni. Tuttavia non vedo il nesso con calcioscommesse e intrighi vari ne vedo nulla di imbarazzante….. Boh!!!!!!! (…)  Contrariamente a queste critiche io lo ricordo come un periodo piacevole molto lontano da queste sterili critiche. Il film può benissimo non piacere e poichè non l’ho scritto io non voglio e non devo difendere nulla….. ma paragonarlo alle cattive vicende del calcio mi sembra davvero una cattiveria.“

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